Recenti ricerche hanno esplorato gli effetti del consumo di cannabis prima di andare a letto, in particolare il suo impatto sulle capacità cognitive, sulle prestazioni di guida e sul funzionamento generale durante il giorno successivo.
Uno studio condotto da ricercatori di diverse istituzioni prestigiose, tra cui la Macquarie University e la Johns Hopkins University, ci fornisce informazioni preziose su questo argomento. Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychopharmacology, suggerisce che il consumo di cannabis prima di andare a letto non compromette in modo significativo la funzione cognitiva o la capacità di guida il giorno successivo in adulti con insonnia che fanno raramente uso di cannabis.
Risultati principali dello studio
Lo studio ha coinvolto 20 adulti con insonnia diagnosticata dal medico, tutti consumatori non frequenti di cannabis. Ai partecipanti è stato somministrato un placebo o 2 millilitri di olio di cannabis contenente 10 milligrammi di THC e 200 milligrammi di CBD. Lo studio mirava a comprendere gli effetti della cannabis su varie misure di prestazione il giorno successivo.
Funzioni cognitive e psicomotorie: Lo studio ha valutato le funzioni cognitive e psicomotorie utilizzando una serie di test. Questi includevano compiti di attenzione, memoria di lavoro e velocità di elaborazione delle informazioni. I risultati non hanno evidenziato differenze significative tra il gruppo placebo e il gruppo THC-CBD in 27 dei 28 test. È stata osservata una lieve riduzione dell’accuratezza percentuale (circa l’1,4%) nel test Stroop dei colori e delle parole, ma è stata considerata clinicamente insignificante. I risultati sottolineano che “quasi tutti i test cognitivi eseguiti, che coinvolgono l’attenzione, la memoria di lavoro, la velocità di elaborazione delle informazioni e altre aree, non hanno mostrato effetti del THC/CBD il giorno successivo”.
Prestazioni di guida simulate: le prestazioni di guida sono state valutate utilizzando un simulatore di guida a base fissa 10 ore dopo la somministrazione di cannabis. Lo studio non ha rivelato differenze significative nelle prestazioni di guida tra il gruppo THC-CBD e il gruppo placebo. Ciò è in linea con precedenti ricerche che suggeriscono che “le abilità di guida nei consumatori occasionali di cannabis si recuperano entro 8 ore dall’ingestione di 20 mg di THC per via orale”.
Effetti soggettivi e umore: ai partecipanti è stato anche chiesto di riferire le esperienze soggettive, come la sensazione di “sballo”, “sedazione”, “allerta”, “ansia” o “sonnolenza”. Questi effetti sono stati misurati a diversi intervalli: al basale, 30 minuti, 10 ore, 12 ore, 14 ore, 16 ore e 18 ore dopo la somministrazione. Lo studio non ha evidenziato alterazioni degne di nota dell’umore o degli effetti soggettivi il giorno successivo.
Uno dei punti importanti sollevati dai ricercatori è il confronto tra gli effetti della cannabis e quelli dei sedativi-ipnotici comunemente prescritti. Farmaci come le benzodiazepine e lo zopiclone sono noti per compromettere il funzionamento del giorno successivo. Gli autori dello studio hanno notato che la cannabis, in questo contesto, non ha mostrato tali effetti, rendendola un’alternativa potenzialmente più sicura per coloro che cercano ausili per il sonno.
Considerazioni e limitazioni
Sebbene i risultati siano promettenti, i ricercatori hanno riconosciuto alcune limitazioni. Il campione dello studio era relativamente piccolo e i risultati si basavano su una singola dose di olio di cannabis. Questo limita la capacità di generalizzare i risultati a una popolazione più ampia e di comprendere gli effetti di dosaggi ripetuti, che riflettono maggiormente il modo in cui alcune persone usano la cannabis medica per dormire.
I ricercatori hanno ipotizzato che la somministrazione ripetuta potrebbe portare allo sviluppo di una parziale tolleranza agli effetti dirompenti del THC, riducendo potenzialmente il rischio di problemi il giorno successivo. Tuttavia, questo aspetto richiede ulteriori studi.
Implicazioni più ampie e studi correlati
I risultati di questo studio sono coerenti con altre recenti ricerche sulla cannabis e le funzioni cognitive. Un rapporto pubblicato lo scorso dicembre ha mostrato che la cannabis terapeutica prescritta ha un impatto acuto minimo sulla funzione cognitiva in pazienti con malattie croniche.
Uno studio diverso, pubblicato a marzo sulla rivista Current Alzheimer Research, suggerisce che l’uso di cannabis è associato a un minor rischio di declino cognitivo soggettivo, con i consumatori che riferiscono meno confusione e perdita di memoria rispetto ai non consumatori.
Inoltre, uno studio del 2022 su cannabis e pigrizia non ha trovato differenze significative tra i consumatori settimanali di cannabis e i non consumatori nell’apatia o nei comportamenti basati sulla ricompensa. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che il consumo di cannabis, in particolare per scopi medici, potrebbe non avere gli effetti cognitivi e psicomotori negativi spesso ipotizzati.
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