La legalizzazione della cannabis terapeutica in Fenua sta facendo passi da gigante. I rappresentanti dell’Assemblea della Polinesia hanno recentemente approvato, con 41 voti a favore e 16 astensioni, la proposta di legge che regolamenta “alcune attività legate alla cannabis senza proprietà stupefacenti e ai farmaci contenenti cannabis o cannabinoidi”. Questa iniziativa legislativa è in linea con l’impegno preso da Moetai Brotherson di garantire ai pazienti che ne hanno bisogno l’accesso alla cannabis terapeutica entro la fine del 2024.
Quadro normativo e attuazione
La legislazione approvata pone le basi per la coltivazione e la regolamentazione della cannabis, concentrandosi inizialmente su una fase pilota. Questa fase iniziale coinvolgerà un numero limitato di operatori del settore per definire i tipi di prodotti da prescrivere prima di espandere il settore ad altri.
Il Sindacato polinesiano della canapa (SPC), guidato da Philippe Cathelain, è stato uno dei principali sostenitori di questa iniziativa. Cathelain ha espresso la sua soddisfazione per la decisione dell’Assemblea, riconoscendo i notevoli sforzi compiuti in quattro anni per arrivare a questo punto. Ha sottolineato che, sebbene il testo iniziale non sia perfetto, è un punto di partenza essenziale da cui si possono apportare modifiche e miglioramenti attraverso test pratici.
Distinzione tra cannabis terapeutica e CBD
La proposta di legge, sostenuta dai ministeri della Salute e dell’Agricoltura, fa una chiara distinzione tra cannabis terapeutica e canapa da benessere. Questa distinzione si basa sulla legislazione francese, che autorizza un contenuto massimo di THC dello 0,3% nella pianta e nel prodotto finito.
Il Ministro della Salute Cédric Mercadal ha sottolineato l’importanza della chiarezza semantica, in modo che il pubblico comprenda che la legislazione non autorizza l’uso ricreativo, ma mira piuttosto a fornire un’assistenza medica ottimale ai pazienti.
La nuova legislazione include un piano per una catena di produzione locale di cannabis da semi privi di THC, gestita da “agricoltori controllati” per garantire un prodotto privo di pesticidi e metalli pesanti, adatto in particolare alla produzione di CBD. Il Consiglio dei Ministri sarà responsabile di determinare i perimetri, i luoghi e i metodi di coltivazione specifici attraverso decreti successivi. Questo approccio controllato è pensato per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti di cannabis messi a disposizione dei pazienti.
Nicole Sanquer, in rappresentanza dei non affiliati, ha proposto di rivedere la legge dopo un anno per valutarne l’impatto e l’efficacia. Cédric Mercadal si è detto d’accordo con questa proposta, sottolineando la necessità di una valutazione continua per misurare i benefici per i pazienti e per il settore produttivo, garantendo al contempo una buona gestione delle risorse e delle normative.
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