Le autorità sanitarie portoghesi sono state messe sotto accusa per aver ritirato dal mercato i prodotti cosmetici contenenti CBD, una decisione che sembra essere in contrasto con la legislazione dell’Unione Europea (UE) sulla libera circolazione delle merci.
La decisione di Infarmed, l’autorità nazionale portoghese per i farmaci e i prodotti per la salute, sta in particolare suscitando preoccupazione tra gli operatori del settore e attrazione tra gli esperti legali, che ritengono che il divieto sia illegale e dannoso per gli affari.
La posizione di Infarmed e le giustificazioni legali
Infarmed sostiene che il CBD estratto da resine, tinture o estratti della pianta di cannabis rientra nella definizione di narcotico secondo le normative UE. Citando le leggi dell’UE che vietano gli stupefacenti elencati nella Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti del 1961 nei prodotti cosmetici, l’agenzia ha ordinato il ritiro immediato di diversi prodotti cosmetici infusi di CBD di marche come SVR, Naturasor e Dermacol, come riportato da CannaReporter.
Il regolatore giustifica la sua posizione sostenendo che l’inclusione del CBD nel CosIng, il database degli ingredienti cosmetici, non costituisce un’autorizzazione ufficiale per l’uso nei prodotti di consumo. Secondo Infarmed, ciò significa che il CBD derivato da estratti vegetali di cannabis rimane vietato nei cosmetici in Portogallo, una posizione che difende dal 2022.
Contraddizione con la legislazione europea
Gli esperti legali e i sostenitori del settore sostengono che l’interpretazione di Infarmed è in diretta contraddizione con una sentenza emessa nel 2020 dalla Corte di Giustizia Europea (CGUE) nel caso KannaVape. Questa sentenza stabilisce che il CBD estratto dalla Cannabis sativa, compresi i fiori, non è una droga ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite del 1961 e non può essere vietato dal commercio tra gli Stati membri dell’UE senza prove scientifiche di potenziali danni.
La sentenza della CGUE è vincolante per tutte le istituzioni dell’UE e obbliga gli Stati membri ad allineare la loro legislazione nazionale di conseguenza. Limitando la vendita di prodotti cosmetici CBD, Infarmed si pone in una posizione di elementari principi europei.
Di fronte alle pressioni di Inframed, i marchi che decidono di conformarsi possono riformulare i loro prodotti o rivolgersi al CBD sintetico per aggirare le restrizioni.
Tuttavia, la posizione portoghese farà piacere alle varie parti interessate francesi che cercano di classificare il CBD come “tossico” a livello europeo. Questo avrebbe l’effetto di vietarlo nei cosmetici e di limitarne gli usi.
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