Cannabis medica

La vaporizzazione riduce la carica microbica della cannabis?

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La principale differenza tra cannabis terapeutica e ricreativa è la necessità di una carica microbica più bassa possibile nell’uso terapeutico. Questo perché alcuni pazienti hanno un sistema immunitario indebolito e non possono permettersi di assumere un farmaco che potrebbe contenere muffe o microbi dannosi.

Il metodo di somministrazione più comune è la vaporizzazione: i fiori di cannabis essiccati vengono riscaldati in un vaporizzatore. Il vapore che ne deriva viene poi inalato per sfruttare i soli composti attivi, senza i prodotti nocivi della combustione.

L’esposizione ad alte temperature, solitamente tra 190 e 220°C in un vaporizzatore, è nota per uccidere i microrganismi, compresi batteri e funghi. Tuttavia, la morte microbica dipende dalla durata e dalla temperatura di esposizione. Da qui la necessità di sapere se un vaporizzatore commerciale tipo Volcano utilizzato in ambito clinico riduca significativamente le cariche microbiche contenute nella cannabis.

Qual è l’impatto della vaporizzazione sulla qualità microbiologica della cannabis?

Per rispondere a questa domanda, un gruppo di ricercatori della Food and Drug Administration (FDA), l’autorità statunitense che regolamenta gli alimenti e i farmaci, ha ricevuto la cannabis dal National Institute on Drug Abuse (NIDA).

Nello studio sono stati utilizzati tre tipi di cannabis: un placebo senza THC misurabile, cannabis a basso contenuto di THC (1,90%) e cannabis ad “alto” contenuto di THC (6,50%).

Sono stati poi esposti senza calore, oppure a 30 o 70 secondi di riscaldamento a 190°C.

Ai campioni è stata aggiunta soluzione fisiologica tamponata con fosfati e sono stati agitati per sospendere i microrganismi. La crescita microbica dopo l’assenza di calore o di cottura a vapore è stata valutata ponendo i campioni su terreni di coltura e determinando il numero totale di microbi aerobi e il numero totale di lieviti e muffe.

Gli autori di lo studio hanno infine concluso che:

  • La vaporizzazione standard di 70 secondi a 190°C non ha portato a una riduzione significativa della carica microbica esistente
  • Un vaporizzatore non può essere considerato efficace nel limitare i rischi microbici associati al consumo di cannabis per inalazione
  • Altri metodi di decontaminazione, come l’irradiazione gamma, l’irradiazione germicida ultravioletta o la pastorizzazione possono quindi essere necessari per limitare la contaminazione microbica della Cannabis

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