Pochi giorni dopo che la Svizzera ha compiuto un passo fondamentale verso la legalizzazione della cannabis, un’analisi dei suoi sette esperimenti pilota offre una visione del loro impatto.
Questi progetti sperimentali, che testano diversi approcci alla vendita e alla distribuzione della cannabis, forniscono dati essenziali per inquadrare una potenziale legalizzazione su scala nazionale.
Risultati preliminari
Condotto per conto dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), questo studio analizza le osservazioni iniziali dei progetti pilota tra il 2023 e la metà del 2024, valutando l’impatto di ciascun modello di vendita sulla salute e sul consumo.
Al momento, circa 7.000 adulti stanno partecipando a sperimentazioni a Basilea Città, Berna, Biel, Lausanne, Lucerna, Vernier, Zurigo e in diverse municipalità del cantone di Zurigo e Basilea Campagna. Tuttavia, il quadro normativo consente un numero molto maggiore di partecipanti.
Il campione è caratterizzato da un livello di istruzione superiore alla media nazionale: quasi la metà dei partecipanti è laureata. È inoltre prevalentemente di sesso maschile (80,07%), con un’età media di 36,6 anni.
Anche se il rapporto sottolinea che il “breve periodo di attuazione” limita le conclusioni, alcune tendenze stanno già emergendo.
Abitudini di consumo più sicure
Uno dei risultati più sorprendenti riguarda la riduzione dei rischi. Lo studio indica che, mentre i consumatori mantengono in generale le loro abitudini, i cambiamenti osservati vanno verso un consumo più sicuro, in particolare attraverso l’uso di vapes.
Inoltre, le sperimentazioni hanno contribuito a un “effetto destigmatizzante” per i consumatori, in particolare nelle farmacie e nei social club, dove l’approccio comunitario sembra favorire un ambiente più inclusivo.
Nessuna interruzione e supporto delle forze dell’ordine
Contrariamente ai timori iniziali, non sono state segnalate turbative dell’ordine pubblico nei pressi dei punti vendita e non è stata notata alcuna fuga di cannabis verso il mercato nero.
Le forze di polizia, coinvolte nel monitoraggio delle sperimentazioni, sono favorevoli a questi esperimenti, ritenendo che consentano loro di concentrarsi su altre priorità.
Tensioni e differenze tra modelli for-profit e no-profit
In alcuni studi a scopo di lucro, come quello di Grashaus, sono sorte tensioni tra le aziende che finanziano i progetti e le équipe scientifiche. Le prime cercavano di espandere rapidamente la base dei partecipanti, mentre i ricercatori davano la priorità alla qualità e alla sicurezza del reclutamento.
Si notano differenze notevoli anche per quanto riguarda la prevenzione. Le sperimentazioni no-profit incoraggiano maggiormente azioni come la cessazione del fumo, mentre le iniziative for-profit enfatizzano la responsabilità individuale.
Inoltre, sebbene la pubblicità dei prodotti sia vietata, le sperimentazioni a scopo di lucro hanno adottato strategie promozionali più aggressive, in particolare sui social network, rivolgendosi a un pubblico più giovane. Al contrario, le sperimentazioni no-profit hanno privilegiato una comunicazione più neutrale e fattuale.
Per una legalizzazione controllata?
Mentre queste sperimentazioni stanno già fornendo dati preziosi, il loro scopo principale è quello di informare le decisioni politiche in vista della possibile legalizzazione della cannabis in Svizzera.
Lo studio afferma che il Paese ha ora una solida base di prove per informare il dibattito, un argomento ancora molto acceso a livello federale.
In particolare, il sostegno ai processi ha gradualmente guadagnato terreno, anche nei cantoni storicamente contrari alla riforma. La copertura mediatica, generalmente neutrale e informativa, ha contribuito a questo cambiamento, evidenziando gli aspetti tecnici e i potenziali benefici, come la riduzione del mercato nero e il miglioramento della sicurezza pubblica.
Anche se rimangono alcuni interrogativi – in particolare sulla vendita in farmacia e sulle implicazioni etiche della regolamentazione – il dibattito politico si sta sempre più orientando verso un approccio pragmatico, basato sull’esperienza e sui dati scientifici piuttosto che su un rigido divieto.
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