Cannabis in Francia

La Nuova Caledonia crea la sua Unione della Canapa

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La Nuova Caledonia vuole fare un salto di qualità per il CBD. L’Association des Chanvriers de l’archipel si è appena trasformata. D’ora in poi, si chiamerà Unione della Canapa della Nuova Caledonia, con Frédéric Gérard a capo. L’obiettivo è di legalizzare la canapa in questo territorio francese (finalmente).

Questa unione non ha alcun legame con l’Unione della Canapa della Francia continentale, né con l’Unione della Canapa polinesiana di Tahiti. Ma l’obiettivo è lo stesso: far progredire le mentalità… e la legge.

Perché la Nuova Caledonia è una comunità autonoma, le cui leggi differiscono da quelle della Francia continentale. Ha il suo governo e il suo parlamento, per esempio. E lì, il CBD è stato vietato da un decreto del 2018. La sostanza è considerata un prodotto stupefacente nell’arcipelago, che quindi ne vieta l’uso e la commercializzazione.

Inoltre, la legge della Nuova Caledonia proibisce l’importazione di semi di canapa, che sono considerati “specie invasive”. La legge francese, limitando il contenuto di THC allo 032%, rende molto difficile, se non impossibile, coltivare la canapa. Infatti, il clima tropicale della Nuova Caledonia aumenta meccanicamente il livello di THC.

L’isola della Riunione, per esempio, ha istituito delle deroghe per testare la coltivazione della canapa all’1%.

“Una legge del 1969 vieta tutta la canapa

La recente legalizzazione dei cannabinoidi non psicotropi in Francia non cambia la situazione. Un’eresia per questo nuovo sindacato, che vuole far sentire la sua voce. Il suo obiettivo è prima l’uso della canapa nell’industria, poi la produzione di canapa per i suoi cannabinoidi.

C’è una legge del 1969 che proibisce tutto sulla canapa indiana, ma mi permette di chiedere una licenza per coltivare papaveri o coca”, ha detto il presidente del sindacato a Caledonia TV. Quindi è il momento, dato che l’ONU ha riclassificato la pianta nel dicembre 2020, di classificare la canapa come un narcotico con uso medico”.

Durante questa intervista, Frédéric Gérard ha detto di essere in contatto con il DASS, il ministero della sanità locale. Ma le autorità non hanno ancora dato una risposta “veramente definitiva”.

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