Mentre la Francia metropolitana ha avviato un esperimento di cannabis terapeutica, la Polinesia ne è stata privata. Il Consiglio economico, sociale e culturale della Polinesia francese ha infatti dato parere consultivo negativo alla sua estensione nell’arcipelago, e l’Assemblea polinesiana non si è pronunciata sull’argomento.
I legislatori locali hanno comunque ribadito la necessità di legalizzare la cannabis terapeutica per i pazienti polinesiani. Ma nulla può essere fatto senza l’accordo dello Stato, compresa la ricerca scientifica sulla pianta, che è ancora vietata.
Nicole Sanquer, presidente del Partito Verde e Bianco, ha presentato l’anno scorso una proposta di legge sulla sperimentazione della cannabis terapeutica. “È ancora sul tavolo dell’assemblea. Una volta l’abbiamo esaminata in commissione, ma l’esame è stato rimandato” Una proposta di testo qualificata come incompleta dalla maggioranza, che aveva annunciato un proprio testo sull’argomento.
“Il progetto di legge sul Paese, che doveva essere presentato dal governo alla fine del primo trimestre del 2022, non è ancora stato presentato”, ha dichiarato Nicole Sanquer.
Se la soluzione è semplice, rimuovere la cannabis dall’elenco delle sostanze controllate e modificare il decreto del 2014 per autorizzarne l’uso a fini terapeutici, il blocco è politico. L’eurodeputato ha chiesto al presidente della commissione Sanità, John Toromona, di istituire una missione d’inchiesta sul tema, simile a quella che ha avuto luogo nella Francia continentale, al fine di “aiutare il governo a riflettere”.
Philippe Cathelain, presidente dell’Unione Polinesiana della Canapa (SPC), ha ricordato Tahiti Infos che il politico ha tutto nelle sue mani.
“Hanno tutto, il ministro della Sanità, il presidente del Paese. Ma perché non sta andando avanti?”, si chiede.
Karl Anihia, presidente dell’associazione Tahiti Herb Culture (THC), assicura che “si tratta semplicemente di una mancanza di volontà politica”.
Entrambi ricordano che la società civile, attraverso il THC o il CSP, è pronta a venire in loro aiuto. “Dobbiamo depoliticizzare questo dibattito”, afferma Philippe Cathelain.
E l’istituzione di questa missione informativa attraverso il Comitato per la salute potrebbe, secondo loro, contribuire a questo obiettivo.
“Avremmo dovuto farlo l’anno scorso con Virginie Bruant. Di fatto, abbiamo sprecato un anno per niente e torniamo dal nuovo presidente (John Toromona, il nuovo presidente del Comitato per la salute, ndr) e speriamo che abbia il coraggio di mantenere le promesse fatte, ovvero che sia pronto a prendere in mano questo dossier e a portarlo avanti.
In attesa della legalizzazione medica o ricreativa, si dice che 1 famiglia su 5 in Polinesia coltivi cannabis, ovvero 60.000 consumatori secondo l’unico studio esistente.
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