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Kamala Harris si dichiara a favore della legalizzazione della cannabis

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Kamala Harris a favore della legalizzazione della cannabis
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La vicepresidente Kamala Harris ritiene che sia giunto il momento di legalizzare la cannabis negli Stati Uniti. È la prima volta che parla pubblicamente della sua posizione sulla cannabis da quando è stata nominata candidata democratica alle elezioni presidenziali del prossimo novembre.

In un’intervista al podcast All the Smoke, Harris ha sottolineato di ritenere che le persone non dovrebbero essere incarcerate per aver fumato erba, ricordando di aver sostenuto a lungo la necessità di una riforma della cannabis a livello federale.

La posizione di Kamala Harris sulla cannabis

Le opinioni della vicepresidente Harris sulla cannabis non sono una novità, avendo già sponsorizzato proposte di legge per la legalizzazione a livello federale quando era senatrice degli Stati Uniti.

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Ritiene che sia giunto il momento di porre fine alla criminalizzazione delle attività legate alla cannabis, sottolineando l’impatto sproporzionato che tali leggi hanno sempre avuto sulle comunità emarginate. Secondo Harris, la sua posizione si basa sulla convinzione che la legalizzazione sia essenziale, suggerendo inoltre che l’attuale quadro giuridico è obsoleto e dannoso.

“Le persone non dovrebbero andare in prigione per aver fumato erba“, ha detto, sottolineando l’ingiustizia intrinseca di tali politiche. Questa presa di posizione pubblica potrebbe giocare un ruolo importante nella sua campagna per la Casa Bianca, con il suo avversario Donal Trump che si è espresso per primo su questo terreno.

Le sue osservazioni riflettono probabilmente le sue convinzioni personali, ma segnalano anche un cambiamento più ampio nell’approccio del Partito Democratico alla legislazione sulla cannabis.

Il dibattito sull’autorità federale contro quella statale

La questione della legalizzazione della cannabis negli Stati Uniti rimane complessa.

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Il candidato democratico alla vicepresidenza Tim Walz, per esempio, ha affermato che le decisioni sulla legalizzazione della cannabis dovrebbero essere lasciate agli Stati. Tim Walz, che attualmente è governatore del Minnesota, ha sottolineato l’importanza di riforme incrementali, come fornire ai veterani l’accesso alla cannabis terapeutica attraverso il Dipartimento degli Affari dei Veterani (VA) e stabilire protezioni bancarie sulla cannabis a livello federale.

Tim Walz ha anche suggerito che un Congresso controllato dai Democratici potrebbe facilitare i progressi su questi temi, comprese le leggi federali sulle banche della cannabis che permetterebbero alle imprese della cannabis un più facile accesso ai servizi finanziari. Secondo Tim Walz, assicurarsi una maggioranza democratica in entrambe le camere del Congresso potrebbe risolvere questioni di lunga data relative alla riforma della cannabis.

L’evoluzione della posizione di Trump sulla cannabis

A differenza di Kamala Harris, l’ex presidente Donald Trump ha presentato un approccio più ambiguo al tema. Durante la sua campagna per un secondo mandato, Trump ha fatto dichiarazioni a favore di una rivalutazione federale della cannabis e di un accesso bancario alla cannabis.

In particolare, ha espresso il suo sostegno allo spostamento della cannabis nella scheda III del Controlled Substances Act (CSA), una classificazione meno restrittiva che faciliterebbe la ricerca ed espanderebbe le applicazioni mediche della droga. Inoltre, Trump ha indicato il programma di successo della Florida sulla cannabis come modello per altri Stati.

Il sostegno di Donald Trump alla legalizzazione della cannabis è stato accolto con scetticismo dai leader democratici, in particolare dalla campagna di Harris-Walz, che lo ha accusato di assecondare gli elettori trascurando i risultati della sua amministrazione sul tema.

La campagna ha sottolineato i “salti mortali” di Trump sulla politica della cannabis, evidenziando l’incoerenza tra la sua posizione attuale e le sue azioni passate. cannabis debba rimanere nelle mani degli Stati, nonostante i timori iniziali che la sua amministrazione avrebbe dato un giro di vite ai programmi di cannabis legale degli Stati. Trump ha ripetutamente sostenuto i diritti statali, permettendo agli Stati di gestire le loro leggi sulla cannabis senza significative interferenze federali.

Tuttavia, i critici dell’approccio di Trump sottolineano che, pur avendo appoggiato provvisoriamente una legislazione bipartisan per proteggere i diritti degli Stati, ha anche rilasciato dichiarazioni firmate riservandosi il diritto di contestare i programmi legali di cannabis medica degli Stati.

Rivalutazione federale e sviluppi politici in corso

Mentre continua il dibattito sulla legalizzazione federale della cannabis, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ha raccomandato di inserire la cannabis nella scheda III del CSA. Questa proposta ha però incontrato la resistenza della Drug Enforcement Administration (DEA), che ha fissato un’udienza sulla questione per il 2 dicembre. Questa data ha fatto temere che il processo possa essere ritardato fino all’insediamento di un nuovo Presidente.

Sia Harris che Trump hanno preso posizione sulla riclassificazione della cannabis, ma la differenza sta nelle loro strategie e priorità politiche più ampie. Il sostegno di Harris alla legalizzazione completa contrasta con l’approccio più cauto di Trump, che sottolinea i benefici medici della cannabis e il suo ruolo nei sistemi legali statali.

Inoltre, la campagna di Kamala Harris ha enfatizzato il ruolo della giustizia razziale nel dibattito sulla cannabis, criticando gli attacchi di Donald Trump sui suoi precedenti giudiziari e sottolineando il problema più ampio della incarcerazione di massa legata ai reati di cannabis.

“Ha messo in prigione migliaia e migliaia di neri per reati legati alla cannabis”, ha detto Donald Trump, riferendosi al mandato di Kamala Harris come procuratore in California. Quanto questa affermazione sia vera, evidenzia la crescente attenzione alle implicazioni razziali della politica sulla cannabis.

La riforma della giustizia penale e le disparità razziali nell’applicazione della legge sulle droghe stanno diventando questioni centrali nel dibattito sulla legalizzazione della cannabis negli Stati Uniti, mentre i candidati cercano di affrontare gli impatti sociali a lungo termine delle legge sulle droghe.

Aurélien ha creato Newsweed nel 2015. Particolarmente interessato ai regolamenti internazionali e ai diversi mercati della cannabis, ha anche una vasta conoscenza della pianta e dei suoi usi.

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