Dopo il sollevamento emotivo della “legalizzazione” italiana della cannabis leggera con lo 0,5% di THC, poi bloccata in Senato, il primo ministro Giuseppe Conte ha chiarito la posizione del governo in una conferenza stampa, affrontando i due temi caldi del momento in Italia sulla cannabis.
Rispondendo ad una domanda aperta, ha chiarito che la recente sentenza della Corte di Cassazione sulla cannabis “non è né una legge né un disegno di legge, quindi il governo ha tutto il diritto e la responsabilità di affrontare la questione”.
Il primo ministro si riferisce alla decisione della Corte di Cassazione italiana, che ha stabilito che la coltivazione domestica di cannabis per uso personale non è illegale. L’autocoltivazione non è legalizzata allo stato attuale, ma in caso di accusa, i giudici hanno un forte punto di paragone, cioè un’assoluzione al livello più alto della scala giudiziaria per la coltivazione di cannabis per uso personale.
Giuseppe Conte continua sul tema della cannabis light e promette una conclusione a breve.
“C’era un emendamento nella [legge finanziaria] che è stato un po’ frainteso, perché è stato interpretato come la liberalizzazione delle droghe leggere, non era questo il tema. Stiamo parlando di alcune migliaia di aziende, più di diecimila agricoltori che sono coinvolti in questo settore di attività, stiamo parlando di dosi molto basse, quindi non stiamo parlando di farmaci”
“Questo è un argomento su cui possiamo tornare, probabilmente questo emendamento, al di là dell’effetto annuncio, non è stato sufficientemente studiato, ha provocato reazioni di sorpresa anche all’interno delle forze di maggioranza. Ci torneremo per riflettere, spero che ci sia una riflessione calma con cui valuteremo tutti i vantaggi e gli svantaggi, non solo gli impatti economici ma anche quelli culturali, e insieme troveremo una soluzione.
Uno studio recente ha stimato in 100.000 il numero di autocoltivatori di cannabis in Italia. Per quanto riguarda la cannabis leggera, ci sono circa 3000 aziende e 10.000 impiegati.