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Italia: la polizia spinge per la legalizzazione della cannabis

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La polizia italiana a favore della legalizzazione della cannabis
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I gruppi che rappresentano le forze dell’ordine italiane stanno gettando il loro peso dietro il progetto parlamentare per legalizzare la cannabis, nel tentativo di creare il primo mercato europeo della cannabis completamente legale. E l’agenzia nazionale antimafia del paese e il sindacato di polizia sono a favore della proposta di legge, che dovrebbe arrivare in parlamento alla fine di questo mese.

Se la legge passa, gli italiani potranno coltivare cinque piante di cannabis, avere fino a 15 grammi di erba in casa e 5 grammi sulla propria persona. La cannabis verrebbe venduta in negozi gestiti dallo stato, mentre i cannabis club non commerciali permetterebbero a 50 membri di scambiare e condividere la cannabis che coltivano.

La legge italiana è la più progressista d’Europa. La Germania, appena dietro, si sta attaccando alla costruzione di un mercato della cannabis medica che dovrebbe nascere nella primavera del 2017.

Il più recente sostegno al progetto italiano è arrivato in agosto dal più grande e influente sindacato di polizia, il SIULP. Il segretario generale del gruppo, Felice Romano, ha espresso il suo sostegno alla proposta senza mezzi termini.

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“Alcune sostanze sono usate oggi per ragioni terapeutiche, e la cannabis è coltivata dall’esercito italiano. Se la cannabis fosse venduta in un quadro legale, sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe inquinanti chimici o additivi che fanno più danni dei principi attivi [della cannabis]”.

L’approvazione della polizia italiana rafforza la posizione pro-legalizzazione della Direz Nazionale Antimafia (DNA), l’agenzia antimafia del paese, che prende una posizione forte contro la proibizione. Ad aprile, Franco Roberti, procuratore e capo della DNA, ha detto che depenalizzare la cannabis sarebbe un grosso colpo allo Stato Islamico e alle mafie che collaborano al contrabbando di hashish in Italia.

In una lettera al governo, la DNA ha detto che legalizzare la cannabis porterebbe a “una rinascita del sistema giudiziario italiano”. Il documento ha notato tre punti importanti a favore della legalizzazione:

  • le organizzazioni criminali nazionali e internazionali, in particolare la camorra napoletana e la ‘Ndrangheta calabrese, hanno ormai il monopolio del mercato italiano della cannabis
  • L’Afghanistan è il secondo produttore di cannabis per l’Italia, i cui proventi finanziano gruppi terroristici come l’EI
  • L’applicazione della legge italiana, pur avendo successo nella lotta contro le droghe pesanti, non è riuscita a influenzare la domanda di cannabis. I loro sforzi sono ampiamente considerati come uno spreco di denaro e di risorse

Eppure, nonostante i benefici che vede in un sistema legale, l’agenzia antimafia rimane contraria alla coltivazione personale o collettiva della cannabis. Queste piantagioni senza licenza, secondo il DNA, potrebbero rappresentare una scappatoia attraverso la quale la mafia potrebbe nuovamente infiltrarsi nel mercato.

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Carla Rossi, docente di statistica medica e vicepresidente del Consiglio italiano per le scienze sociali, ha applaudito i recenti segni di sostegno alla legalizzazione. “La legge attuale è un fallimento. È necessario legalizzare il mercato che oggi è nelle mani di organizzazioni criminali. Il DNA ha mostrato un approccio pragmatico e scientifico che non è ideologicamente prevenuto. Questa visione è quasi assente in Italia, ad eccezione del DNA e di alcuni scienziati riconosciuti a livello internazionale. Ma come si dice, nessuno è un profeta nel suo paese.

Aurélien ha creato Newsweed nel 2015. Particolarmente interessato ai regolamenti internazionali e ai diversi mercati della cannabis, ha anche una vasta conoscenza della pianta e dei suoi usi.

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