Mentre il primo anno di produzione legale di canapa si è concluso con un consistente raccolto di 4.000 tonnellate (comprese tutte le piante e non il prodotto finale), i coltivatori legali marocchini si trovano ora ad affrontare la realtà del mercato e l’inadeguatezza delle infrastrutture.
La produzione di cannabis legale, che supera la domanda, ha portato a un crollo dei prezzi, con alcuni coltivatori che vendono il loro raccolto a meno di 80 dirham (8 euro) al chilo. A questo prezzo, molti non riescono a coprire i costi. Questa pressione economica è aggravata dal numero limitato di impianti di lavorazione in grado di convertire la cannabis grezza in prodotti medici o industriali, lasciando gran parte del raccolto invenduto.
Domanda insufficiente e sfide strutturali
Nel 2024, il Marocco ha rilasciato 3.371 permessi di coltivazione di cannabis in base alla Legge 13.21, che autorizza la produzione di cannabis per scopi medici e industriali. Nonostante questi sforzi, i coltivatori incontrano ostacoli nella vendita dei loro prodotti a causa della mancanza di investitori e acquirenti.
Charif Adraddak, presidente dell’Osservatorio marocchino per la regolamentazione della cannabis, ha dichiarato a Hesspress che i coltivatori devono firmare contratti con società di acquisto per partecipare al sistema regolamentato. Tuttavia, il numero esiguo di queste società crea dei colli di bottiglia, scoraggiando molti coltivatori dall’entrare nel mercato legale.
Nel frattempo, Farid Ahithour, presidente della cooperativa Tizi Ifri, stima che “circa la metà dei coltivatori di cannabis non sono ancora passati al mercato regolamentato”, in gran parte a causa delle barriere sistemiche e normative.
Ahithour avverte che la situazione peggiorerà se più coltivatori si uniranno al sistema regolamentato senza aumentare gli investimenti e le infrastrutture. Anche con 700 investitori, afferma, gli attuali livelli di produzione rimarrebbero ingestibili. Questa stagnazione ha portato molti coltivatori e attivisti a chiedere una legalizzazione allargata che includa l’uso ricreativo e tradizionale della cannabis.
Chieste di legalizzazione dell’uso ricreativo e tradizionale
I coltivatori e gli attivisti sostengono che la legalizzazione dell’uso ricreativo e tradizionale della cannabis potrebbe alleviare le pressioni del mercato e portare benefici economici.
Adraddak sottolinea la ricca storia del consumo informale di cannabis in Marocco, in particolare nelle regioni settentrionali. Facendo un parallelo con gli spazi regolamentati della cannabis in Paesi come l’Olanda e la Spagna, si chiede: “Perché non dovremmo avere spazi regolamentati come i caffè o i club della cannabis?”
Tali misure potrebbero non solo incrementare le vendite interne, ma anche attirare i turisti, specialmente quando il Marocco si prepara a ospitare la Coppa del Mondo FIFA del 2030.
Ahithour sottolinea la necessità che il governo tenga conto delle preferenze dei visitatori internazionali.
“Perché non offrire luoghi sicuri e regolamentati dove [il consumo di cannabis] possa avvenire?”, suggerisce, notando il potenziale di crescita economica indotta dal turismo.
Senza un’azione immediata, la promessa di una fiorente industria della cannabis potrebbe rimanere fuori portata, portando molti a chiedersi se le politiche attuali possano davvero sostenere la vitalità a lungo termine del settore.
You must be logged in to post a comment Login