Nonostante una stretta politica di proibizione in Francia, le cifre sono indiscutibili: il 99,7% della cannabis che circola ogni anno in Francia rimane sul mercato nero. Questa constatazione, evidenziata dall’associazione NORML France in un rapporto intitolato “Perché legalizzare la cannabis nel 2025”, intende mostrare l’inefficacia delle misure repressive e solleva la questione della loro pertinenza di fronte a un mercato che continua a prosperare.
Una strategia repressiva con risultati limitati
Per decenni, la Francia ha applicato una delle politiche antidroga più severe d’Europa, combinando sanzioni giudiziarie e operazioni di polizia su larga scala. Tuttavia, gli sforzi per frenare il traffico di cannabis sembrano aver avuto un impatto marginale. Secondo i dati compilati da NORML France, delle circa 500 tonnellate di cannabis che circolano in Francia ogni anno, solo una minima parte (circa 1,6 tonnellate) viene intercettata dalle forze dell’ordine. In altre parole, il 99,7% di questo mercato rimane fuori controllo.
Operazioni su larga scala come “Place Nette XXL” non sono riuscite a cambiare le dinamiche del mercato nero. Queste operazioni di comunicazione spesso si traducono in un trasferimento temporaneo dei punti di spaccio piuttosto che in una riduzione duratura dell’offerta. Inoltre, non riescono a modificare la domanda, che rimane elevata, con circa 18 milioni di sperimentatori e 5 milioni di consumatori regolari in Francia.
Un mercato criminale fiorente
Con un giro d’affari stimato in quasi 4,8 miliardi di euro all’anno, il traffico di cannabis rappresenta un’importante fonte di reddito per la criminalità organizzata. Si ritiene che più di 200.000 persone siano coinvolte in questo commercio illegale, il che rivela la portata economica del fenomeno. Lo sviluppo di pratiche commerciali che oggi attirano l’attenzione dei media ma che esistono da tempo (consegne rapide, promozioni, programmi di fidelizzazione) dimostra che le reti criminali stanno adattando le loro strategie per mantenere i clienti, proprio come ogni buona impresa.
Questa situazione sta tuttavia alimentando una spirale di violenza. La lotta per il controllo dei punti vendita genera scontri tra trafficanti, spesso accompagnati da gravi atti di violenza, compresi gli omicidi. Questo clima di insicurezza colpisce direttamente molti quartieri e mobilita ingenti risorse di polizia, senza tuttavia arginare il fenomeno.
Esempi internazionali da considerare
NORML Francia prende spunto da altri Paesi che hanno adottato un approccio diverso, in cui la regolamentazione della cannabis può avere effetti notevoli sulla riduzione del mercato nero. Il Canada ha visto il suo mercato illegale diminuire del 97% in sei anni dopo la legalizzazione. In Uruguay, il 55% della cannabis venduta oggi proviene da canali legali. In Germania, dove una nuova legge sulla cannabis è entrata in vigore nel 2024, il numero di crimini legati alla cannabis sarebbe già diminuito del 70% a Berlino.
Queste esperienze suggeriscono che un mercato regolamentato può non solo catturare una parte significativa della domanda, ma anche consentire un migliore controllo dei prodotti consumati. Un approccio di questo tipo potrebbe anche liberare risorse giudiziarie e di polizia per un’azione più efficace contro la criminalità organizzata.
Quale futuro per la Francia?
Di fronte all’inefficacia del proibizionismo e alle dimensioni del mercato nero, la questione della regolamentazione della cannabis viene sempre più spesso sollevata in Francia per NORML France. Un approccio basato sulla prevenzione, sulla supervisione e sulla tassazione potrebbe consentire allo Stato di riprendere il controllo di un mercato che ormai sfugge quasi completamente al suo controllo.
Se la Francia vuole abbandonare una politica che fatica a produrre risultati concreti, l’esempio dei Paesi che hanno optato per la regolamentazione dovrebbe essere preso in considerazione. Resta da vedere se la volontà politica seguirà la tendenza osservata altrove in Europa e nel mondo.
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