In un recente studio condotto presso la Cornell University, i ricercatori hanno scoperto una potenziale svolta agricola: i cannabinoidi presenti nella canapa potrebbero servire come base per pesticidi naturali.
Lo studio, guidato da Larry Smart, selezionatore di piante e professore presso la School of Integrative Plant Science del College of Agriculture and Life Sciences della Cornell AgriTech, evidenzia le proprietà difensive dei cannabinoidi nei confronti degli erbivori, aprendo nuove possibilità di controllo sostenibile dei parassiti in agricoltura.
Il ruolo difensivo dei cannabinoidi
Per decenni i cannabinoidi, in particolare CBD e THC, sono stati studiati principalmente per i loro effetti medici e psicoattivi. Una recente ricerca della Cornell suggerisce che questi composti potrebbero svolgere un ruolo cruciale come “composti difensivi” nelle piante, proteggendole dalla luce ultravioletta, dagli agenti patogeni e dagli erbivori.
Larry Smart osserva: “Si pensava che si trattasse di composti difensivi perché si accumulano soprattutto nei fiori femminili per proteggere i semi, un concetto abbastanza comune nelle piante”.
Il programma di riproduzione della canapa della Cornell, avviato nel 2017, ha fornito una piattaforma per questa scoperta rivoluzionaria. Diverse cultivar di canapa sono state valutate per la loro suscettibilità ai parassiti: le varietà prive di cannabinoidi hanno subito danni significativi dagli insetti. Al contrario, le varietà contenenti cannabinoidi, come CBDA e CBGA, hanno subito molti meno danni da parassiti come il coleottero giapponese.
Sperimentazione e prospettive future
Studi di alimentazione controllata in laboratorio hanno isolato CBDA e CBGA, i composti precursori rispettivamente di CBD e CBG. I ricercatori hanno osservato che all’aumentare della concentrazione di cannabinoidi, le larve degli insetti mostravano una crescita ridotta e tassi di sopravvivenza più bassi.
George Stack, ricercatore post-dottorato coinvolto nello studio, spiega l’importanza di questi risultati: “Lo studio ci dà un’idea di come i cannabinoidi funzionano nei sistemi naturali e può aiutarci a sviluppare nuove cultivar di canapa conformi al THC che mantengano queste difese naturali integrate contro gli erbivori”.
Sebbene il potenziale uso dei cannabinoidi come pesticidi sia entusiasmante, rimangono delle sfide da affrontare. Lo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per identificare i parassiti specifici contro cui i cannabinoidi sono efficaci. Anche le barriere normative, derivanti dagli effetti farmacologici di questi composti, sono un ostacolo alla loro adozione diffusa in agricoltura.
Le ricerche future mireranno a esplorare l’impatto dei cannabinoidi sugli insetti che succhiano la linfa, come gli afidi, e a valutare se altre specie vegetali che producono cannabinoidi abbiano proprietà insetticide simili. I ricercatori sono particolarmente incuriositi dal concetto di evoluzione convergente, in base al quale lo stesso adattamento compare in modo indipendente in specie diverse.
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