La legalizzazione della cannabis in Canada consente alle autorità di regolamentazione di monitorare e controllare la qualità dei prodotti e di garantire la sicurezza dei consumatori.
Per comprendere meglio le differenze tra i prodotti essiccati legali e illegali, il Cannabis Laboratory di Health Canada ha lanciato il Cannabis Data Collection Program nel 2023.
Il primo progetto di questa iniziativa ha analizzato 100 campioni di cannabis essiccata (50 legali e 50 illegali) per valutarne il contenuto di THC, la contaminazione da metalli pesanti, i residui di pesticidi, i contaminanti microbici e le micotossine.
I risultati rivelano differenze notevoli che evidenziano i rischi associati alla cannabis illegale e la necessità di un continuo monitoraggio normativo.
Livelli di THC
Uno dei principali obiettivi dello studio era quello di valutare l’accuratezza dell’etichettatura del THC nei prodotti di cannabis legali e di misurare la potenza della cannabis illegale.
I risultati hanno mostrato discrepanze significative nei prodotti legali, con il 48% dei campioni contenenti meno dell’80% dei livelli di THC dichiarati sull’etichetta.
Al contrario, i campioni di cannabis illegale hanno mostrato un’estrema variabilità nel contenuto di THC, che variava da meno di 100 mg/g a più di 250 mg/g. Poiché i prodotti illegali non sono etichettati, o almeno non sono controllati, i consumatori non sono in grado di fare scelte informate sulla potenza, aumentando il rischio di un consumo eccessivo non intenzionale.
Alcuni campioni molto potenti possono essere stati “potenziati” con, ad esempio, kief, complicando ulteriormente la prevedibilità del dosaggio.
Contaminazione da metalli pesanti
Lo studio ha valutato 18 diversi metalli pesanti in campioni di cannabis, concentrandosi su arsenico, cadmio, piombo e mercurio, elementi noti per comportare rischi significativi per la salute se inalati. La cannabis illegale conteneva una percentuale più alta di questi metalli nocivi rispetto alla cannabis legale. Un campione illegale ha superato il livello di tolleranza della Farmacopea degli Stati Uniti (USP) per l’arsenico, sollevando preoccupazioni sulla sua potenziale tossicità.
Rame, molibdeno e nichel sono stati rilevati nella cannabis legale e illegale in concentrazioni superiori ai limiti di sicurezza raccomandati. In particolare, mentre i livelli di molibdeno erano significativamente più alti nei campioni legali, la presenza di arsenico e piombo nella cannabis illegale costituisce una preoccupazione per la salute dei consumatori.
Residui di pesticidi
La contaminazione da pesticidi è uno dei risultati più allarmanti dello studio. Mentre solo due campioni legali contenevano tracce di pesticidi, il 94% dei campioni illegali è risultato positivo a diversi residui di pesticidi, confermando i dati precedentemente riportati, con una media di 3,4 pesticidi per campione. In totale sono stati identificati 24 diversi pesticidi, tra cui il miclobutanil e il paclobutrazol, composti noti per rilasciare tossine nocive quando vengono riscaldati e inalati.
Alcuni campioni illegali contenevano concentrazioni estremamente elevate di pesticidi, con un prodotto che presentava 130 ppm di miclobutanil e un altro un incredibile 1.700 ppm di piperonilbutossido. Queste concentrazioni superano di gran lunga le soglie di sicurezza.
Contaminanti microbici
Un’altra questione che differenzia la cannabis legale da quella illegale è la contaminazione microbica. Mentre alcuni campioni legali sono risultati positivi ai contaminanti microbici, la cannabis illegale presenta livelli di contaminazione significativamente più elevati.
Più della metà (55%) dei campioni illegali ha superato il limite fissato dalla Farmacopea Europea (Ph. Eur.) per la conta microbica aerobica totale (TAMC), con uno che ha raggiunto i 9 milioni di unità formanti colonie (CFU)/g. Inoltre, il 73% dei campioni illegali superava i limiti accettabili per lieviti e muffe, rispetto a solo il 6% dei prodotti legali.
Batteri potenzialmente pericolosi come Enterobacter cloacae, Klebsiella spp. e Pseudomonas aeruginosa sono stati trovati soprattutto nella cannabis illegale, aumentando il rischio di infezioni respiratorie. Salmonella spp. ed E. coli, che possono entrambi causare gravi malattie, sono stati rilevati esclusivamente in campioni illegali. Anche la presenza di Aspergillus spp, una muffa in grado di produrre pericolose micotossine, era più comune nei prodotti illegali.
Micotossine
Lo studio ha cercato sei diverse micotossine – composti pericolosi prodotti da alcuni funghi che possono causare gravi problemi di salute se inalati o ingeriti. Mentre nessuna micotossina è stata trovata nella cannabis legale, sei campioni illegali sono risultati positivi all’ocratossina A o al deossinivalenolo (DON). Queste tossine sono state associate a danni ai reni e alla soppressione del sistema immunitario.
Conclusioni dello studio
I risultati di questo studio forniscono informazioni preziose sulle differenze tra la cannabis essiccata legale e quella illegale in Canada. La presenza diffusa di metalli pesanti, pesticidi, contaminanti microbici e micotossine nella cannabis illegale rafforza l’importanza per i canadesi di rifornirsi da rivenditori autorizzati e soggetti a rigorosi requisiti normativi.
I risultati evidenziano anche le difficoltà incontrate sul mercato legale, in particolare per quanto riguarda l’accuratezza dell’etichettatura del THC. Livelli di potenza incoerenti possono minare la fiducia dei consumatori e indurli a tornare al mercato illegale, nonostante i rischi associati.
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