Nel panorama in continua evoluzione dell’agricoltura, le innovazioni stanno costantemente ridisegnando il modo in cui affrontiamo le sfide agricole. Una di queste iniziative innovative proviene da Future of Grow (FOG) che, in collaborazione con la prestigiosa HEPIA (Haute école du paysage, d’ingénierie et d’architecture) di Ginevra, ha condotto uno studio approfondito sull’applicazione delle radiazioni UV contro parassiti e patogeni nelle colture, in particolare fragole Fragaria x ananassa ‘Darselect’ e Cannabis Sativa L.
Le lampade UV e la loro efficacia
Lo scopo dello studio era quello di valutare l’efficacia di tre prototipi di lampade UV che emettono lunghezze d’onda di 222 nm, 275 nm e 310 nm. FOG, con sede ad Aigle, in Svizzera, ha fornito le lampade per i test. L’obiettivo era chiaro: valutare il loro impatto sul controllo di parassiti come l’oidio e gli acari nelle colture di fragole e cannabis.
I risultati dello studio hanno rivelato alcune informazioni interessanti, gettando le basi per la definizione di linee guida precise sul consumo energetico, l’altezza di sospensione e la durata dell’applicazione di ciascun apparecchio in ambienti commerciali.
Future of Grow UVA-UVB-IR boosts
Trattamento UV per le fragole
Nel caso delle fragole Fragaria x ananassa ‘Darselect’, lo studio ha dimostrato che la lampada che emette una lunghezza d’onda di 275 nm, con una dose specifica, ha dimostrato un’eccezionale efficacia. Le piante trattate hanno mostrato una riduzione significativa della perdita media di clorofilla nel corso della coltivazione rispetto alle piante non trattate o trattate con Armicarb®.
Secondo lo studio, “le piante trattate hanno perso in media 104,215 mg/m2 di clorofilla in meno rispetto alle piante non trattate e 27,011 mg/m2 in meno rispetto a quelle trattate con Armicarb® (p = 0,00002)”.
Inoltre, l’esposizione ai raggi UV non ha avuto un impatto significativo sul peso secco delle fragole o sul contenuto di zuccheri dei frutti.
Trattamento UV per la Cannabis
Nella sperimentazione sulla cannabis, il trattamento UV a una lunghezza d’onda di 310 nm, somministrato a una dose specifica, ha prodotto una notevole percentuale del 90% di piante sane e prive di oidio. Questa percentuale è paragonabile ai risultati ottenuti con il trattamento con Armicarb®.
Inoltre, quando gli acari hanno infestato la parte apicale delle piante di cannabis, il trattamento UV a 310 nm ha prodotto la percentuale più bassa di attacchi di acari, con l’80% di piante sane. Questo risultato è stato superiore a quello del trattamento con Armicarb®, che ha registrato solo il 40% di piante libere da acari.
Lo studio ha anche esaminato l’aumento del diametro del fusto e l’evoluzione della clorofilla nell’esperimento finale sulle piante di Cannabis, e non ha rivelato variazioni significative tra i trattamenti UV e i gruppi di controllo.
Implicazioni agronomiche e direzioni future
La radiazione UV è emersa come una soluzione poliedrica, dimostrando il suo potenziale nel controllo dell’oidio e degli acari, l’aumento della concentrazione di clorofilla nelle piante di fragola e l’assenza di stress a dosi specifiche. Sulle piante di cannabis, Future of Grow gli UVA-UVB-IR Boost possono essere utilizzati anche per aumentare i principi attivi, i terpeni e la resina durante la fioritura, oltre a ridurre i patogeni e gli acari.
Lo studio afferma inoltre che “ulteriori test sugli UVB saranno condotti nel 2024 e 2025 nell’ambito di un progetto di master con l’Università di Berna in Svizzera”, al fine di fornire nuove conoscenze sulle applicazioni più ampie dei raggi UV in agricoltura.
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