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Cannabis light in Italia: 2 miliardi di euro e 20.000 lavoratori

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Canapa in pericolo in Italia
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Il settore della cannabis light in Italia genera oggi direttamente e indirettamente 1,963 miliardi di euro e sostiene 22.000 posti di lavoro a tempo pieno, secondo uno studio di MPG Consulting riportato da DolceVitaOnline.

Ma questo mercato è ora minacciato dal governo Meloni, che sta cercando di eliminarlo.

L’estrema destra italiana in guerra con la canapa

Nonostante il suo potenziale economico, il mercato italiano della canapa e del CBD sta affrontando grandi ostacoli a causa di misure governative restrittive. Sono state avviate due politiche controverse:

  1. Una proposta di emendamento alla legge italiana sulla sicurezza, che vieterebbe la produzione e il commercio dei fiori di canapa e dei loro derivati, anche se i livelli di THC rimangono entro i limiti dell’UE.
  2. Un decreto che classifica il CBD orale come stupefacente, limitandone la vendita alle farmacie e richiedendo una prescrizione medica non rinnovabile. Questo decreto è stato temporaneamente sospeso dal tribunale amministrativo regionale del Lazio in Italia a settembre.

La commissione per le petizioni del Parlamento europeo ha discusso le restrizioni il 17 marzo, con Mattia Cusani, presidente di Canapa Sativa Italiana, che ha sostenuto che le politiche violano le leggi dell’UE sul libero commercio e la concorrenza leale.

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La Commissione ha inviato una lettera formale di reclamo al governo italiano, concedendo a Roma 90 giorni per rispondere. Tuttavia, la Commissione Europea non ha ancora intrapreso un’azione definitiva, frustrando gli operatori del settore che temono un collasso economico in caso di attuazione di misure restrittive.

Il peso del settore italiano della canapa

Lo studio di MPG Consulting dà loro qualcosa su cui digrignare i denti. Oltre a stimare il potenziale economico del settore, lo studio traccia un parallelo tra l’industria del vino e quella della canapa, suggerendo che l’Italia potrebbe posizionarsi come leader europeo o addirittura mondiale nella cannabis leggera di alta qualità, come ha fatto con il vino. Entrambe le industrie condividono un forte legame con la cultura e il territorio italiano, con esperienze sensoriali distinte, varietà regionali e standard di qualità strutturati.

L’industria vinicola italiana prospera grazie alle denominazioni di origine protette (DOP) e alle indicazioni geografiche protette (IGP), che garantiscono tracciabilità e qualità. Se tutele simili venissero applicate alla cannabis light, l’Italia potrebbe rafforzare la sua posizione sul mercato europeo, garantendo al contempo la sicurezza e la coerenza dei suoi prodotti.

Gli economisti Adam Orens e Davide Fortin hanno inoltre modellato due scenari economici per l’industria della cannabis light: uno in cui le vendite continuano attraverso negozi specializzati, e-commerce e tabaccai, e l’altro come parte di un monopolio controllato dallo Stato.

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  • Scenario di libero mercato:
    • Impatto economico diretto: 991,4 milioni di euro
    • Impatto economico indiretto: 970 milioni di euro
    • Numero totale di posti di lavoro creati: 22.379
  • Scenario di monopolio (vendita solo attraverso le tabaccherie):
  • Scenario di monopolio (vendita solo attraverso le tabaccherie):
  • Impatto economico totale: 530 milioni di euro
  • Lavoro totale creato: 6.042
  • Perdita di reddito stimata: oltre 1,4 miliardi di euro

Limitare le vendite ai tabaccai diminuirebbe quindi notevolmente il mercato, eliminando molti piccoli e medi produttori che sono fonte di innovazione e diversità di prodotti.

“Il profilo del produttore medio è molto interessante e scomparirebbe nel caso di un monopolio dei tabaccai”, afferma Fortin.

In caso di divieto di produzione di canapa attiva in Italia, 3.000 aziende potrebbero essere costrette a chiudere, mettendo a rischio 15.000 posti di lavoro.

Aurélien ha creato Newsweed nel 2015. Particolarmente interessato ai regolamenti internazionali e ai diversi mercati della cannabis, ha anche una vasta conoscenza della pianta e dei suoi usi.

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